MAGAZINE

Creative Academy
Ark&Craft Creative Academy | Contemporary design on ceramic

— 04 aprile 2018

La Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6 - 20121 Milano

17 Aprile
dalle 10.30 alle 24.00
18-22 Aprile
dalle 10.30 alle 22.00

Ark&Craft - Creative Academy | Contemporary design on ceramic è un’installazione che vuole esprimere la filosofia della scuola attraverso una serie di simboli, in occasione dei 15 anni della Corporate School del Gruppo Richemont.

 

L’ispirazione viene dall’Arca di Noè, dal diluvio universale e dalla conseguente rinascita alla vita, che è una narrazione che è presente non solo nella Genesi, ma in forme molto simili in tutte le culture: rappresenta quindi un topos universale, che appartiene all’umanità intera. Questo è un valore fondamentale non solo per la scuola, che da 15 anni accoglie studenti da tutto il mondo, ma anche della città di Milano, che con lo stesso spirito è diventata crogiuolo di culture e nazionalità e difatti Creative Academy ha scelto come location per la propria installazione un luogo simbolo per Milano e per il Design: il giardino della Triennale di Milano, accanto ai Bagni Misteriosi di De Chirico.

 

Creative Academy condivide con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, partner del progetto, un valore fondamentale e fondante per l’installazione Ark&Craft, cioè l’idea di un Nuovo Rinascimento dell’Intelligenza della Mano: la promozione dell’eccellenza artigianale non solo come patrimonio culturale di grande rilievo per la nostra Città e per il nostro Paese, ma anche come grande opportunità di lavoro per le giovani generazioni.

 

Un altro elemento che pensiamo sia importante è la concreta trasmissione dei Mestieri d’Arte alle nuove generazioni: il nostro progetto è il risultato della collaborazione tra i nostri giovani designer internazionali ed il Laboratorio Paravicini, storica realtà milanese di eccellenza nella pittura su ceramica. I progetti realizzati sono nati dal dialogo con le Maestre d’Arte, Costanza Paravicini e Benedetta Medici, un dialogo che non è solo conversazione tra le menti, ma anche tra le mani.

 

Abbiamo intervistato a riguardo Franco Cologni, Creative Academy Chairman:


 

Perché usare il simbolo dell’Arca di Noè per rappresentare il design contemporaneo?

Chi meglio di me per rappresentare Noè? Scherzi a parte, l’Arca biblica raccoglieva il meglio dell’esistente lasciandosi alle spalle tutto ciò che era negativo per creare un nuovo ordine, un nuovo mondo più puro ed etico. Rappresenta un viaggio verso un mondo migliore e questo è il compito del design, da sempre: portare la bellezza negli oggetti quotidiani e rendere più bello il mondo nel quale viviamo con armonia e creatività

 

L’Arca poi nella nostra installazione assume molteplici altri valori, primo tra tutti simboleggia Creative Academy, la scuola di design del Gruppo Richemont che da 15 anni “traghetta” giovani designer internazionali dalla condizione di studenti a quella di giovani professionisti nel mondo del lusso: un viaggio per tutti loro entusiasmante e difficile, che li proietta nel futuro e pone le basi per le loro carriere.

 

Ma l’Arca è anche attenzione verso il sociale e verso il tema della sostenibilità: la salvaguardia degli animali come simbolo della necessità di proteggere e preservare i diversi patrimoni culturali e le grandi eccellenze artigianali, che rischiano di andare perdute se non lavoriamo tutti insieme per radicarle nella contemporaneità. 

 

Questo è un obiettivo che la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte condivide con Creative Academy da sempre: ogni anno realizziamo un progetto che viene sviluppato dai giovani designer insieme ad un Maestro d’Arte. E quando dico “sviluppato insieme” lo intendo letteralmente: è sorpassato il concetto per il quale il designer crea ed il Maestro d’Arte esegue, la comunione delle quattro mani e delle due menti è necessaria per raggiungere la vera eccellenza.

 

E quanto questo sia importante Creative Academy lo afferma anche nella denominazione del proprio Master, che è Master of Arts in Design and Applied Arts: il design e le arti applicate, l’artigianalità d’eccellenza, non possono che procedere di pari passo, l’uno accanto alle altre.

 


 

In che modo tecnologia e artigianato possono lavorare insieme per dare il via al Nuovo Rinascimento dell’intelligenza della mano che citate nel vostro comunicato stampa?

Mi spiace moltissimo che comunemente si considerino l’eccellenza artigiana e la tecnologia come due estremi, come opposti: uno dei nostri obiettivi è proprio quello di mettere in evidenza come antico e contemporaneo non siano in contrapposizione, ma vivano insieme, in un dialogo che apporta reciproci benefici. 

 

Il saper fare può e deve essere supportato dalle tecnologie non solo nella tecnica, ma anche nella comunicazione, che oggi non può che essere digitale. 

 

Quello che davvero importa è che centrale sia l’uomo, l’essere umano: la sua intelligenza, la sua capacità, il suo talento ed il suo saper innovare nella bellezza.

 


 

Dal suo punto di vista, qual è l’elemento chiave per comunicare in modo profondo l’importanza della qualità artigianale alle nuove generazioni di designer?

Se devo dirle la verità comunicare alle nuove generazioni di designer l’eccellenza dei Maestri d’Arte è molto semplice: data la loro creatività, la loro sensibilità ed avendo in comune l’amore e la passione per la creazione di oggetti, le due figure si comprendono facilmente ed i giovani designer sanno cogliere immediatamente l’essere speciale dei Maestri e la meravigliosa bellezza dei loro manufatti. Nella società di oggi, affollata di oggetti brutti e in serie, obsolescenti, i giovani per reazione amano la personalizzazione, le cose non scontate, diverse, speciali: e questi sono tutti elementi intrinseci della produzione della maestria artigiana. 

 

Inoltre nel dialogo delle mani e delle menti i giovani designer sanno di poter apprendere e sanno che il rapporto con chi fa è necessario per chi crea, per capire i limiti, i vincoli tecnici di realizzazione e realizzare insieme oggetti che narrano di antico e di contemporaneo in una compiuta fusione espressiva.

 

Ciò che storicamente non si è fatto, purtroppo, è stato di dare equivalente rilevanza e visibilità al designer ed al maestro: ed è questo che cerchiamo di cambiare, facendo “vedere” i Maestri d’Arte, portandoli fuori dai loro atelier, dai loro laboratori, aiutandoli a diventare ambasciatori di loro stessi, proprio accanto ai designer. E non le nascondo che questo è un compito molto difficile, anche perché i Maestri amano realizzare più che apparire, far parlare le loro creazioni, piuttosto che parlare di sé: ma è una piccola, lenta ed inesorabile rivoluzione della quale sono certo i futuri designer si faranno portabandiera.



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 04 aprile 2018

Vedi anche...