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Che cos’è FuturDome? Intervista a Atto Belloli Ardessi e Ginevra Bria

— 04 luglio 2018

FuturDome
Via Giovanni Paisiello 6
20131 Milano

Un museo che si abita, coltivando talenti emergenti internazionali e offrendo una casa a pensatori pionieri di nuovi linguaggi espressivi.

Per capire meglio il progetto FuturDome, il primo spazio di housing museale dedicato all'arte contemporanea, siamo andati a porre qualche domanda a Atto Belloli Ardessi, fondatore e direttore Artistico di FuturDome, e alla curatrice Ginevra Bria.

 

Che cos’è FuturDome e da dove e quando nasce questa vostra idea?

A: "FuturDome è il primo progetto di housing museale dedicato all’arte contemporanea. Un esperimento pilota per il recupero del patrimonio edilizio, che coniuga restauro conservativo, soluzioni tecnologiche d’avanguardia e interventi artistici, connettendo autori ed aziende in un percorso progettuale inedito. Ideato da Isisuf - Istituto internazionale di studi sul futurismo - il progetto FuturDome è sviluppato come uno spazio museale non-profit insediato in un edificio residenziale. Attraverso FuturDome, Isisuf offre una sede all’interno della quale artisti, curatori e creativi possono sviluppare, realizzare e presentare al pubblico ambiziosi progetti, in un contesto che riconosce il ruolo, il valore culturale e sociale della sperimentazione artistica. La missione di FuturDome è di essere al servizio degli artisti, attraverso un’approfondita considerazione dei loro percorsi, attraverso l’edizione di pubblicazioni; nonché l’introduzione del loro lavoro in contesti pubblici attraverso mostre, proiezioni, performance e programmi educativi."

G: "Il progetto originario, concepito da Atto Belloli Ardessi nel 2004, ipotizzava un museo insediato in ambienti abitativi realizzati da artisti e designer, con installazioni site specific in cui si potesse vivere e sperimentare quotidianamente la pratica artistica. Inaugurato a cantiere ancora aperto nel 2016, FuturDome continua a diventare, in maniera crescente, un museo che si abita, coltivando talenti emergenti internazionali e offrendo una casa a pensatori pionieri di nuovi linguaggi espressivi. Un territorio in cui l’arte contemporanea e le discipline diventano una arte integrante del vivere quotidiano, con lo scopo di dedicarsi a progetti inediti a diretto contatto con un’atmosfera domestica dall’impronta storica."

 

Vi siete ispirati a realtà di housing museali preesistenti o è la prima realtà di questo tipo? C’è un motivo nella scelta di questo palazzo in stile Liberty?

A: "Il termine housing museale è stato coniato proprio per definire l’unicità dell’esperienza di FuturDome che rappresenta l'ultima fase di un progetto di rigenerazione artistica. FuturDome interpreta la riqualificazione di un Palazzo Liberty del 1913, attraverso una ricerca sulle avanguardie contemporanee, intrecciate con progetti artistici e di design site specific, ambientati in spazi domestici. Un'accurata selezione di talenti emergenti, e consolidati, di metodologie produttive e di progetti inediti sono i punti salienti del progetto. L’idea di proporre arte in spazi residenziali non è certo un novità. L’approccio di FuturDome è invece basato sull’unicità degli ambienti che volutamente sono in uno stadio di transizione, perfettamente restaurati ma lasciati senza finiture, grezzi, in modo da enfatizzare la peculiarità e l’estetica dei materiali costruttivi usati. Anche i tagli degli spazi, rispecchiano la dimensione di un ambiente abitativo e non prettamente espositivo, permettendo agli autori di misurarsi con una scala più quotidiana, più vicina al fruitore finale di un opera d’arte. Questo permette all’artista di confrontarsi con ambienti molto più preponderanti del solito White Cube di una galleria o di un museo, focalizzandolo sulla reale forza dell’opera che propone, Opera costretta a dialogare o ad assorbirne lo spazio circostante. All’inizio, può venire interpretato come un ostacolo. Ma dopo aver assimilato lo spirito del palazzo, e la mimetizzazione degli spazi espositivi, la non neutralità degli ambienti, amplifica la forza narrativa dell’opera. Un esempio sono le celle delle cantine, ricoperte da un colore verde acido - particolarità del materiale da costruzione Knauf usato per gli ambienti umidi - diventante uno dei luoghi preferiti dagli artisti, per spazializzare le loro opere."

G: "Un tempo questo palazzo Liberty era il luogo di ritrovo, di lavoro e di dibattito di artisti appartenenti al movimento Futurista. Durante gli anni Quaranta, figure come Acquaviva, Belloli, Crali, Diulgheroff, Munari, Masnata, Regina e molti altri ponevano le basi per nuovi movimenti tra cui la Poesia Concreta e Visuale, l’Arte Progammata e Cinetica. Con la riqualificazione dell’edificio si è voluto rimodulare il concetto di luogo dell’abitare, estendendo la fruizione dell’arte anche agli spazi comuni dell’edificio. Durante le inaugurazioni tutti gli abitanti del palazzo sono coinvolti nel processo espositivo, pratica che si può estendere anche all’interno delle abitazioni private."

 

Come avviene la selezione degli artisti?

A: "La scelta degli artisti e designer avviene attraverso indagini, ricerche e studio visit, oppure attraverso residenze specifiche che offriamo a giovani talenti per sviluppare progetti visionari, altrimenti impossibili da realizzare. Da quest’anno inoltre abbiamo lanciato il FuturDome Prize, un premio per le discipline artistiche contemporanee nato per scoprire, riconoscere e dare supporto a una futura generazione di creatori. Il Premio è un nuovo riconoscimento internazionale creato per menti innovatrici che investono nello sviluppo dell'estetica e nella produzione di opere dalla portata potenzialmente rivoluzionaria. La prima edizione ha visto come vincitore del premio alla carriera Gianni Pettena, un autore che ha saputo sovvertire diverse pratiche artistiche passando dall’architettura al design, fino all’a Land Art di cui è considerato un pioniere."



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 04 luglio 2018

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