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Il design per l'emergenza Coronavirus

— 25 marzo 2020

Le aziende italiane, dalla moda al design, scendono in campo per fronteggiare l'emergenza coronavirus e lo fanno cercando soluzioni innovative o riconvertendo le proprie strutture per la produzione di camici, mascherine e respiratori.
La rincoversione e la capacità di adattarsi, come la resilienza, sono buone pratiche del design e prevedono un approccio progettuale e creativo che è a nostro parere iscrivibile nel contesto del design dei servizi, rispondendo in maniera precisa e puntuale alle esigenze degli utenti, e in questo caso salvando anche vite umane.
 

TheFabLab e Isinnova

La collaborazione tra queste due aziende sta fornendo un esempio di creatività italiana applicata alla tecnolgia.
Il 16 marzo Massimo Temporelli, presidente e co-founder di The FabLab viene contattato da Nunzia Vallini, collaboratrice del Giornale di Brescia, che lo informa che all'ospedale Chiari di Brescia stanno finendo le valvole per le macchine di rianimazione. Insieme lanciano l'idea di costruire le valvole con le stampanti 3D, qui entra in gioco Isinnova che mettendo a disposizione il proprio know-how compra la stampante che viene installata all’ospedale per autoprodursi le valvole necessarie.
La storia non finisce qui, una settimana dopo suggestionati da un'idea del primario dell'ospedale di Gardone Valtrompia, Renato Favero, Isinnova contatta Decathlon per ricevere il disegno cad della maschera da snorkeling Easybreath, l'idea è quella di trasformarla in una maschera per la respirazion da utilizzare in osepdale.
Dopo 10 ore di lavoro il team bresciano riesce incredibilmente a realizzare il prototipo che racconta:
"Il prodotto è stato smontato, studiato e sono state valutate le modifiche da fare. È stato poi disegnato il nuovo componente per il raccordo al respiratore, che abbiamo chiamato valvola Charlotte e abbiamo realizzato in breve tempo tramite stampa 3D."

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Caracol

L'azienda, solitamente impegnata in prototipazione, ricerca e stampa 3D, ha deciso di dedicare a tempo pieno 15 stampanti 3D industriali del centro di produzione di Lomazzo, per la stampa di maschere protettive da destinare a tutte le persone che in questi giorni sono impegnate in prima linea.

Le maschere protettive sono stampate con un materiale polimerico ipoallergenico e, grazie alla collaborazione con un’azienda certificata del settore, sono dotate di un filtro antibatterico e antivirale intercambiabile. Le caratteristiche della mascherina fanno sì che possa essere disinfettata e riutilizzata ogni giorno, andando a sostituire quotidianamente solamente il filtro. Questo permette di garantire un prodotto sicuro e sostenibile.

È stata lanciata inoltre una campagna crowdfunding per sostenere la produzione di questi dispositivi, i proventi ricavati verranno utilizzati per distribuire 5000 kit da donare alle strutture ospedaliere della Lombardia.

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Carlo Ratti Associati e Unicredit

Un gruppo internazionale di designer, ingegneri, medici ed esperti militari ha unito idee e competenze per dare vita a CURA (Connected Units for Respiratory Ailments ovvero “Unità connesse per le malattie respiratorie”), un progetto open-source per la costruzione di nuove unità di terapia intensiva a partire da container riconvertiti. 

Il primo prototipo del sistema CURA è in corso di sviluppo a Milano, grazie al sostegno di Unicredit e a partire dallo studio di architettura di Carlo Ratti: dai container nascono unità mediche pronte all’uso, per la lotta contro il coronavirus.

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cura

Leolori

L'azienda specializzata in tessili tecnici per outdoor forte dell'esperienza in produzione di tessuti idrorepellenti ha coinvolto chimici e ingegneri per realizzare mascherine in tessuto multifibra, idrorepellenti e protettive.

Una delle aziende lombarde coinvolte è Essegomma che vanta un know-how di oltre 30 anni nella produzione di filati e tessuti tecnici utilizzati nel settore di filtrazione alimentare, medicale e farmaceutico. 

Le prime mascherine prodotte sono già state consegnate al Politecnico di Milano per i test di certificazione.

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Leolori

 

Gucci, Prada e gli altri big

Gucci ha risposto all’appello della regione Toscana per la produzione di mascherine e camici per il personale sanitari, l'azienda infatti ha avviato già la produzione del materiale richiesto.
Anche Prada ha avviato la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione.

All’appello della Regione hanno aderito e si sono mobilitati subito anche Fendi, Scervino, Ferragamo, Celine, Serapian con pelletteria, Richemont e Valentino.

 

 

FCA Group, Ferrari e Marelli

I colossi del settore auto Fca e Ferrari, insieme a Marelli metteranno i loro impianti emiliani e i loro dipendenti a disposizione di Siare Engineering per la produzione della componentistica e l’assemblaggio di nuovi respiratori polmonari necessari per i pazienti nelle terapie intensive, strategia intrapresa nei giorni scorsi anche da General Motors e Ford e ventilata anche da Tesla negli Stati Uniti.
 

 


 


Un ringraziamento sentito a chi si è adoperato e un invito a tutti a segnalarci altri casi di contributi e soluzioni sperimentate per fronteggiare questa situazione, in modo da poter dare supporto a queste iniziative.
Inviateci le vostre segnalazioni a social@studiolabo.it



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 25 marzo 2020

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