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Cinque luoghi culto per il design a Milano

Milano — 30 aprile 2021

Dalla Triennale allo Studio Museo Achille Castiglioni, da Villa Necchi a Galleria Rossana Orlandi passando per 10 Corso Como.

Che siate a Milano solo di passaggio, oppure vogliate conoscere di più la vostra città e scoprire quali sono gli imperdibili della città del Salone del Mobile più importante al mondo, ecco una guida dei 5 luoghi culto da non lasciarsi scappare.
 

Studio Achille Castiglioni

Studio Museo Achille Castiglioni

La tappa presso lo spazio di Piazza Castello dove ammirare il lavoro dell’architetto e designer Achille Castiglioni in più di 60 anni di attività con il fratello Pier Giacomo e, dal 1968 da solo, è un dovere - oltre che un piacere. La Fondazione a lui intitolata organizza visite guidate durante le quali è possibile vedere prototipi, modellini, tecnigrafi, curiosità, oggetti anonimi che Achille Castiglioni ha raccolto durante la sua vita e che utilizzava nelle lezioni al Politecnico di Milano e di Torino, insieme ad una selezione di oggetti che hanno fatto la storia del design.
 

Nome

Triennale Milano

Dal 1923, Triennale Milano è una delle istituzioni culturali più importanti a livello internazionale, capace di restituire la complessità del contemporaneo attraverso una pluralità di linguaggi: design, architettura, arti visive, sceniche e performative. Al suo interno ospita l'allestimento permanente dedicato ai pezzi più importante del design italiano, parte dei 1.600 oggetti della Collezione di Triennale. Il percorso espositivo è organizzato secondo una scansione cronologica tra approfondimenti su storia, poetica e contesto in cui l’opera è stata progettata.
Tra i pezzi più iconici non mancano la poltroncina Lady di Marco Zanuso per Arflex oppure la lampada Eclisse di Vico Magistretti per Artemide e la Arco progettata dai fratelli Castiglioni per Flos.
 

villa necchi

Villa Necchi

Una residenza circondata da un silenzioso giardino, custode di strepitosi capolavori d’arte, dove si respira ancora intatta l’atmosfera del bel mondo della Milano tra le due guerre. Appartata nel cuore di un signorile e tranquillo quartiere del centro, Villa Necchi Campiglio venne progettata nei primi anni Trenta dall’architetto Piero Portaluppi su incarico delle sorelle Nedda e Gigina Necchi e di Angelo Campiglio, marito di Gigina, esponenti di una borghesia industriale lombarda colta e al passo coi tempi.

L’edificio, inserito in un incantevole giardino corredato da campo da tennis e piscina (tra le prime private in città), è scandito da ampi volumi lineari; mentre il piano terra fungeva da prestigiosa zona di rappresentanza, con il magnifico spazio verandato sul verde, quello superiore era adibito a zona notte. Spazi concepiti per padroni di casa operosi, ma capaci comunque di godersi il proprio tempo libero in compagnia di ospiti e amici, anche in maniera non convenzionale per quegli anni: per questo furono pensate la sala per proiezioni e la palestra. Ambienti dove l’innovazione si traduceva nel comfort e nell’efficienza di ascensori, montavivande, citofoni interni, porte blindate scorrevoli e caveau murati. Tutte caratteristiche che, per lusso e modernità, fecero della Villa una delle residenze simbolo dell’epoca.

Lo splendore degli arredi déco, degli oggetti d’uso e di importanti pezzi d’arte è stato impreziosito in tempi recenti dal lascito delle collezioni de’ Micheli e Gian Ferrari, ricche di opere: da Tiepolo e Canaletto fino a Sironi, De Chirico, Martini e Wildt. Dal novembre 2017 la villa si è arricchita della Collezione Guido Sforni (1935-1975): 21 opere su carta di grandi artisti del Novecento come Picasso, Fontana, Modigliani Matisse e altri. La Villa oggi è aperta a tutti, rispettando così il volere delle sorelle Necchi che nel 2001 affidarono la dimora al FAI proprio per farne un luogo da vivere e frequentare, grazie anche al fresco giardino, ai numerosi eventi in calendario e a un elegante bistrot nascosto nel verde.

 

Rossana Orlandi

Spazio Rossana Orlandi

Un universo sospeso nel tempo, cuore pulsante di una Milano che si nutre d’arte. Un luogo, se non IL luogo di culto di un design che confonde vintage e contemporaneo, in quella via Matteo Bandello 14 che è diventata una tappa obbligata per tutti gli appassionati del settore. Una fucina di talenti, una conferma per gli altri, coltivati dalla passione della fondatrice, la designer Rossana Orlandi che nel 2002 ha trasformato una vecchia fabbrica di cravatte in una gemma del panorama creativo internazionale.

Oltre la pioggia di foglie che incornicia il grande cancello di ferro, si apre un ambiente calco, informale in cui incontrare differenti personalità, capacità, attraverso percorsi emozionali. Un'esposizione permanente disposta su due piani, dedicata al design e all’arredamento. Collezioni, pezzi unici, edizioni limitate di creativi affermati o nastri nascenti, che Rossana promuove e protegge da un ambiente soffocante e troppo conservatore. Un patronato esercitato alla luce di un un insegnamento fondamentale un’opera, oltre ad essere bella, deve essere vendibile. Un labirinto di idee e ispirazioni, il cui segreto risiede in una location sempre uguale ma in continua evoluzione.

 

10 Corso como

10 Corso Como

È lo spazio polifunzionale di Carla Sozzani, sorella di Franca, e come lei anticipatrice di tendenze nei settori della moda, dell’arte e del design, è stata inaugurata nel 1991 nel cortile di una casa di ringhiera. Un angolo di Milano all’avanguardia, dall’atmosfera cosmopolita ma anche estremamente rilassante. Tra gli ambienti la galleria Sozzani, dove si avvicendano interessanti mostre a ingresso gratuito; un lussuoso cafè-restaurant immerso nel verde; l’albergo 3Rooms Hotel. E ancora, un bellissimo bookshop con libri d’arte, fotografia, grafica, design, moda, architettura e una selezione di cd di musica jazz, etnica, new age. Più un grande negozio, il primo in Italia per il quale si è usata l’espressione “concept store”, dedicato al cosiddetto “slow shopping”, con una ricercata selezione di prodotti.





Tag: Milano Design



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 30 aprile 2021

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