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100 eventi e "quattro torri" per riflettere sul ruolo del design al Sydney Design Festival

— 01 marzo 2018

Common Good raccoglie progetti pioneristici di ricerca e designer, emergenti e di fama globale come Nendo, Studio Swine, Bijoy Jain, Jo Nagasaka, Kwangho Lee e WOHA, ma anche talenti locali conosciuti anche a livello internazionale come Ken Wong, Lucy McRae and Henry Wilson.

Con oltre 100 eventi, installazioni, talk, workshop, tour, la città di smeraldo dal 2 all’11 marzo si prepara a celebrare la ventesima edizione del Sydney Design Festival, organizzato dal MAAS - Museum of Applied Arts and Sciences, il cui tema quest’anno è una “chiamata all’azione” per riflettere sul ruolo del design nell’affrontare delicate questioni globali, come la scarsità di risorse e la sostenibilità.

 

FOUR PERISCOPES

Protagonista dell’edizione 2018 è l’installazione site-specific “Four Periscopes” per il Turbine Hall del Powerhouse Museum, che resterà allestita fino al 28 gennaio 2019. Un’opera scultorea di dimensione enormi, progettata dallo studio di architettura TRIAS, composta quattro torri, evocative di grattacieli. Gli elementi sono sospesi sopra la terra e riempiti con una serie di specchi periscopici che riflettono gli spettatori in un modo che collega i visitatori dai balconi al piano terra e da una torre all'altra. Visibile da tutti i livelli del Museo, l'opera è un'installazione giocosa destinata a suscitare curiosità, incoraggiare l'interazione e stimolare l'impegno.

 

COMMON GOOD

Inoltre, il MAAS lancia anche la mostra principale “Common Good”, che esplora l’impatto del design contemporaneo in Australia e nelle vicine regioni asiatiche del Pacifico. Una ricerca - e riflessione - sulle risposte positive che i designer danno a sfide etiche, social, ambientali come l’accessibilità dell’abitare, la gestione dello spreco, il sovrappolamento e l’ossessione tecnologica.

Common Good raccoglie progetti pioneristici di ricerca e designer, emergenti e di fama globale come Nendo, Studio Swine, Bijoy Jain, Jo Nagasaka, Kwangho Lee e WOHA, ma anche talenti locali conosciuti anche a livello internazionale come Ken Wong, Lucy McRae and Henry Wilson.

L’esposizione, visitabile fino al 2 dicembre 2018, è suddivisa in cinque aree tematiche:  

Life Cycles esplora le pratiche emergenti di progettazione sostenibile attraverso una libreria di riferimento di materiali di progettazione, compresi quelli prodotti da rifiuti industriali e agricoli. I designer giapponesi premiati AMAM dimostrano come i biomateriali di alghe e agar possono essere utilizzati in imballaggi che potrebbero sostituire alla fine le plastiche non biodegradabili.

Return to Craft profila designer contemporanei che preservano il patrimonio culturale attraverso progetti di collaborazione con artigiani, artigiani e produttori. Prodotti di artigianato come la lavorazione del legno, lo smalto, la ceramica e la tessitura sono oggetto di una nuova rilevanza quando vengono utilizzati da progettisti tecnologicamente guidati. Per esempio, il designer sudcoreano Kwangho Lee sta facendo rivivere l'antica pratica della laccatura lucida Ott-chil in progetti come lo sgabello New Armor. Tali proposte portano nuova attenzione alle tradizioni altrimenti dimenticate e possono contribuire alla sopravvivenza di mestieri secolari.


Connected Experiences dimostra la capacità della tecnologia di generare consapevolezza sociale e influenzare il comportamento personale. In una commissione esclusiva per il MAAS intitolata “Watermelon Sugar Wellness Lab”, il graphic designer e artista visivo Pamm Hong invita in un'installazione immersiva in cui il comportamento online viene trasformato in un organismo virtuale personalizzato, fornendo un controllo sanitario sulle abitudini personali di coinvolgimento digitale.

Community Engagement esplora progetti che affrontano l'integrazione sociale e la povertà di fronte a una rapida urbanizzazione, nonché iniziative di sviluppo internazionale e concetti di progettazione collaborativa pienamente integrati.

Design Fictions considera il ruolo del designer nel dare forma al nostro futuro. Attraverso i loro progetti di progettazione speculativi e critici, i progettisti mettono in discussione e discutono le possibili implicazioni sociali dei nostri sviluppi scientifici e tecnologici, attraverso scenari fittizi accuratamente messi in scena. Il progetto di terracotta rara di Unknown Fields è il risultato di una spedizione nella Mongolia Interna, in cui il fango tossico è stato prelevato da un lago radioattivo di terre rare e utilizzato per fabbricare una serie di vasi in ceramica nella forma di altamente prezioso e riconoscibile

Vasi di porcellana della dinastia Ming. Ogni contenitore è dimensionato in relazione alla quantità di rifiuti creati nella produzione di tre elementi tecnologici: uno smartphone, un laptop e una cella di batteria per auto elettrica. Tali progetti modellano i nostri schemi di consumo eccessivo e spreco in dichiarazioni potenti.

 

Il programma completo del Sydney Design Festival è disponibile sul sito sydneydesign.com.au



© Fuorisalone.it — Riproduzione riservata. — Pubblicato il 01 marzo 2018

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